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Settembre 2020: Il restauro dei grandi bronzi archeologici

17 Settembre 2020

«Ogni intervento di restauro rappresenta un momento insostituibile di conoscenza in quanto il complesso delle attività che generalmente si mettono in atto permettono di indagare e di studiare i valori materiali e immateriali di cui l’opera d’arte è espressione. Se da un lato l’impegno degli addetti ai lavori è indirizzato a cercare le migliori soluzioni per la conservazione con l’obiettivo di rallentare il naturale processo di invecchiamento a cui sono inevitabilmente sottoposti i materiali costitutivi dell’opera, dall’altro lo studio è rivolto all’analisi dei significati immateriali intimamente connessi al bene su cui si interviene. Il caso della Vittoria Alata di Brescia rappresenta in modo emblematico la complessità di tale approccio, segmentato in molteplici aspetti, oggetto di studio e approfondimento, nell’ottica di restituire un bene monitorato e studiato non solo dal punto di vista conservativo. Per determinata convinzione di tutte le Istituzioni a vario titolo coinvolte in questo compito COSI’ impegnativo, e’ stato deciso di condividere in corso d’opera questo articolato percorso di conoscenza, che si concluderà nei prossimi mesi con l’esposizione della Vittoria Alata in una sala appositamente progettata nel Capitolium di Brescia. [ … l. Il convegno è stato articolato nelle quattro sezioni che vengono riproposte in questo volume. In ognuna di esse sono stati inseriti contributi riguardanti il restauro della Vittoria Alata unitamente alla presentazione di analoghi casi di studio o di problematiche più generali, con lo scopo di favorire il dialogo con altre esperienze simili e i conseguenti approfondimenti [ … l» (Francesca Morandini, Anna Patera, Introduzione del volume). Scoperta nel luglio del 1826, la Vittoria Alata è uno dei pochi bronzi di grandi dimensioni conservatosi sino ai nostri giomi. Riproduce una figura femminile, identificata con la dea romana della Vittoria, rappresentata nell’ atto di scrivere il nome del vincitore su di uno scudo, ora mancante. La presenza di questo straordinario bronzo a Brescia sembra legata al dono che potrebbe avere fatto alla città dopo il 69 d. C. Yimperatore Vespasiano, come ex voto per il successo militare ottenuto tra Brescia e Cremona sugli eserciti rivali di Ottone e Vitellio. Studi recenti sembrano propendere per un’ attribuzione dell’opera a maestranze operanti in età giulio-claudia.

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